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Come l’intelligenza artificiale ci ruberร il lavoro
La pandemia ha accelerato l’adozione di tecnologie intelligenti
Inghilterra, XIX secolo, nasce il movimento luddista. Nedd Lud (che darร il nome al movimento) รจ un giovane che combatte contro i poteri degli industriali: il suo scopo รจ quello di distruggere macchinari come il telaio meccanico che, automatizzando il processo produttivo, a suo giudizio โrubanoโ il lavoro agli operai.
Nel XXI secolo molte cose sono cambiate ma la paura che lโinnovazione possa portar via il lavoro alle persone continua ad esserci, come secoli fa. Prima erano i telai, poi i robot, e ora รจ lโIntelligenza Artificiale a minare il lavoro umano.
ร di qualche settimana fa, la notizia che unโazienda israeliana (deepdub.ai) ha messo a punto un sistema per sostituire i doppiatori permettendo cosรฌ di vedere lโultimo film uscito in italiano o in qualsiasi lingua si preferisca. Lโadozione dellโAI non รจ una cosa recente, risale infatti al 2017 la notizia che unโazienda di assicurazioni giapponese (fukoku-life.co.jp) sostituรฌ 34 dipendenti con un software di intelligenza artificiale. Ma di certo la pandemia ha accelerato lโadozione di tecnologie โintelligentiโ affidando ai computer problemi che prima solo gli uomini riuscivano a risolvere.
Si stima che entro il 2025 circa 85 milioni di persone dovranno cambiare il loro lavoro lasciando il posto a complessi algoritmi. Nedd Lud avrebbe sicuramente vita difficile in questo secolo, perchรฉ pensare di distruggere tutti i server del mondo per bloccare il progresso tecnologico sarebbe veramente complicato.
Ma una cosa dovrebbe tranquillizzarci: lโutilizzo dellโintelligenza artificiale creerร 97 milioni di nuovi impieghi. Con un unico imperativo: aggiornarsi. Verranno richieste sempre di piรน competenze legate al fattore umano, soprattutto personali (soft skill), come il pensiero critico, le capacitร analitiche e le capacitร di problem-solving; insomma, allโuomo verrร richiesta lโunica cosa che robot e computer non sanno fare (per il momento): pensare.
Boris Landoni
Sommario
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