N. 253 – Aprile 2021

6,00 IVA inclusa

Svuota
SKU: EI253 Categorie: ,

Come l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro

La pandemia ha accelerato l’adozione di tecnologie intelligenti

Inghilterra, XIX secolo, nasce il movimento luddista. Nedd Lud (che darà il nome al movimento) è un giovane che combatte contro i poteri degli industriali: il suo scopo è quello di distruggere macchinari come il telaio meccanico che, automatizzando il processo produttivo, a suo giudizio “rubano” il lavoro agli operai.
Nel XXI secolo molte cose sono cambiate ma la paura che l’innovazione possa portar via il lavoro alle persone continua ad esserci, come secoli fa. Prima erano i telai, poi i robot, e ora è l’Intelligenza Artificiale a minare il lavoro umano.

È di qualche settimana fa, la notizia che un’azienda israeliana (deepdub.ai) ha messo a punto un sistema per sostituire i doppiatori permettendo così di vedere l’ultimo film uscito in italiano o in qualsiasi lingua si preferisca. L’adozione dell’AI non è una cosa recente, risale infatti al 2017 la notizia che un’azienda di assicurazioni giapponese (fukoku-life.co.jp) sostituì 34 dipendenti con un software di intelligenza artificiale. Ma di certo la pandemia ha accelerato l’adozione di tecnologie “intelligenti” affidando ai computer problemi che prima solo gli uomini riuscivano a risolvere.
Si stima che entro il 2025 circa 85 milioni di persone dovranno cambiare il loro lavoro lasciando il posto a complessi algoritmi. Nedd Lud avrebbe sicuramente vita difficile in questo secolo, perché pensare di distruggere tutti i server del mondo per bloccare il progresso tecnologico sarebbe veramente complicato.

Ma una cosa dovrebbe tranquillizzarci: l’utilizzo dell’intelligenza artificiale creerà 97 milioni di nuovi impieghi. Con un unico imperativo: aggiornarsi. Verranno richieste sempre di più competenze legate al fattore umano, soprattutto personali (soft skill), come il pensiero critico, le capacità analitiche e le capacità di problem-solving; insomma, all’uomo verrà richiesta l’unica cosa che robot e computer non sanno fare (per il momento): pensare.

Boris Landoni

Sommario

Filtri LC per alimentatori
Riduciamo il ripple e le spurie inevitabilmente presenti all’uscita dei convertitori DC/DC switching, in maniera semplice ed efficace.
Anche l’orto twitta
Volete tenere aggiornati i vostri contatti Twitter sullo stato del vostro orto o giardino? Ecco il progetto che fa per voi.
 ARLOK: il robot per tutti
Piccolo automa su ruote gestito da una scheda MakerUNO, versione elaborata di Arduino Uno, capace di muoversi evitando ostacoli.
 Pulsiossimetro WiFi
Rileva battito cardiaco e percentuale di saturazione dell’emoglobina trasmettendo in wireless i valori, che verranno visualizzati sull’apposita app in smartphone e tablet.
PI-HOLE, un server DNS indoor
Rendiamo più sicura la connessione domestica bloccando alcuni siti web inappropriati per i bambini, gli elementi traccianti e le pubblicità.
Trasmettitore DCF77
Produce un segnale orario ricavato da un RTC molto preciso e lo irradia localmente sui 77,5 kHz con protocollo DCF77. Ideale per avere un riferimento orario o testare ricevitori.
Orologio… da laboratorio
Mostra giorno, data, ora, è completamente programmabile e dispone di una sveglia e di un sensore di luce ambiente per regolare automaticamente la luminosità del display.
Tobbie II
Sperimentiamo la robotica con un piccolo automa governato dalla board micro:bit interfacciata ad uno smartphone.
Conoscere e usare Azure Sphere
Prepariamo la connessione della nostra scheda al Cloud Azure IoT Central e configuriamo l’interfaccia di programmazione.
Seconda puntata.
Per il download dei contenuti è necessario essere registrati al sito.
Clicca qui per accedere o per registrarti

Menu