Dal Sole al Circuito: Esplora la Potenza Solare con il Kit Educativo per Elettronica

Impariamo ad utilizzare e sfruttare l’energia solare per alimentare i nostri circuiti elettronici con un nuovo kit adatto a tutti.

Con la profonda crisi energetica che sta attanagliando tutto il mondo occidentale, prima a causa dell’aumento delle materie prime e poi per una serie di pesanti vicende socio-politiche, si è dovuto assistere ad una escalation degli importi delle bollette domestiche, che hanno avuto un notevole impatto negativo sui bilanci familiari.

Si sente spesso parlare di energie alternative, come mezzo di contrasto alla crisi energetica e come fonti di energia rinnovabili per combattere il problema del riscaldamento globale del nostro pianeta. Una delle fonti più valide è sicuramente quella della luce solare, che può essere catturata, trasformata in energia elettrica, accumulata e quindi utilizzata al posto di quella fornita dal gestore della corrente elettrica domestica.

La luce del sole viene catturata mediante pannelli fotovoltaici costruiti mediante assemblaggio di moduli al silicio monocristallino o policristallino di nuova generazione, che garantiscono elevata efficienza anche in condizioni di luce non ottimale.

La tensione da essi erogata viene gestita da un dispositivo elettronico che si occupa di stabilizzarla e provvedere alla carica del sistema di accumulo in bassa tensione che, applicata ad un inverter, provvede alla generazione di energia a corrente alternata, nel rispetto delle vigenti normative, quindi totalmente compatibile con quella fornita dal gestore.

Questa energia può essere usata in combinazione, in alternativa o addirittura in sostituzione di quella dell’impianto domestico o industriale.

Si comprende quindi come, a fronte di un investimento iniziale con costi non proibitivi, sin da subito si possa iniziare a sfruttare una fonte naturale, con abbattimento dei costi delle bollette, che permette inizialmente di ammortizzare la spesa sostenuta, e successivamente di ottenere un notevole risparmio economico.

In alcuni casi c’è anche la possibilità di cedere al proprio gestore l’energia prodotta in questo modo, ottenendone un vero e proprio guadagno finanziario.

Si sta assistendo ad una sempre più diffusa esigenza di contenimento dei consumi energetici; ma se da un lato si sta finalmente imparando a migliorare i comportamenti, evitando ogni possibile spreco, dall’altro bisogna iniziare a pensare allo sfruttamento di queste energie alternative; da qui il proliferare di dispositivi elettronici che si occupano di controllare costantemente i consumi o di gestire automaticamente luci o apparecchiature di ogni genere.

Il KIT che vi presentiamo oggi, codice EDUKIT02, nasce dall’idea di far avvicinare chiunque al mondo dell’energia solare, in modo semplice, apprendendo e mettendo in pratica semplici circuiti nei quali l’energia prodotta da un pannello solare è utilizzata come fonte unica di alimentazione o come sistema di ricarica di un pacco di comuni batterie ricaricabili (del tipo NiMh, da acquistare separatamente).

Il KIT contiene tutto il necessario per la sperimentazione dei 10 progetti previsti e non serve alcuna attrezzatura aggiuntiva, nemmeno il saldatore, in quanto il sistema di montaggio su breadboard permette ogni genere di collegamento elettrico tra i componenti forniti, mediante innesto degli stessi nella piastra, seguendo le immagini.

A beneficio di coloro che hanno già delle basi di elettronica, ogni progetto è corredato del proprio schema elettrico e di una descrizione tecnica, comprensibile anche ai neofiti.

Presentazione del Kit per gli esperimenti solari

In Fig. 1 abbiamo riportato il contenuto della confezione del KIT, che consta di un pannello fotovoltaico monocristallino da 6 V 1,1 W (183 mA di corrente erogabile a pieno regime) dalle dimensioni contenute e ad alta efficienza, una breadboard, un modulo regolatore a 3,3 V, tutti i componenti attivi e passivi, un microcontrollore ATtiny85P-PU già programmato, un portabatterie (2xAA), un set di cavetti jumper per i collegamenti ed un manuale a colori in italiano.

Fig. 1 Il KIT per l’energia solare completo.

 

Il manuale è organizzato su due pagine per ognuno dei dieci esperimenti previsti nel KIT: sulla prima pagina è presente il disegno dei collegamenti sulla breadboard, mentre sulla seconda ci sono l’elenco dei componenti necessari, la descrizione dell’esperimento, lo schema elettrico ed alcune note tecniche sul funzionamento.

In Fig. 2 è possibile vedere la copertina del manuale e la pagina descrittiva dell’esperimento n. 1.

Fig. 2 Il manuale in italiano.

 

Descriviamo ora sinteticamente i dieci esperimenti che è possibile eseguire con il KIT.
Esperimento n. 1: LED a luce solare. Consiste in un semplice circuito che sfrutta l’energia solare catturata dal pannello per far accendere un LED, con luminosità proporzionale all’intensità luminosa che colpisce il pannello.
Esperimento n. 2: Tester per telecomandi IR.
Questo circuito sfrutta la sensibilità dei pannelli solari agli infrarossi, premendo un tasto di un qualsiasi telecomando si sente un suono nel cicalino.
Esperimento n. 3: Caricabatterie. Questo circuito riesce a caricare, mediante la tensione del pannellino solare, stabilizzata con un regolatore DC-DC, una coppia di batterie ricaricabili di tipo AA, collegate in serie.
Esperimento n. 4: Caricabatterie solare con indicatore a LED. Rispetto al precedente, la fase di carica delle batterie è visibile tramite l’accensione di un LED.
Esperimento n. 5: Luce notturna. Anche questo circuito, in presenza di luce solare, carica una coppia di batterie AA in serie; quando l’intensità luminosa diminuisce al di sotto di un certo livello, le batterie pilotano un LED, che quindi assume funzione di luce notturna.
Esperimento n. 6: LED lampeggiante. In presenza della luce solare il pannello alimenta, tramite uno stabilizzatore di tensione, un microcontrollore programmato per far lampeggiare un LED.
Esperimento n. 7: Allarme luce accesa. Il pannello solare funge da rilevatore di fonte luminosa, la sua elevata efficienza lo fa funzionare anche in presenza di luce da interno. Esso alimenta un microcontrollore programmato per generare un suono bitonale.
Esperimento n. 8: Suono variabile. In questo caso il pannello solare alimenta un microcontrollore programmato per emettere un suono che varia al variare dell’intensità della fonte luminosa.
Esperimento n. 9: Rilevatore sonoro di luce solare. È una variante del circuito precedente, in questo caso la frequenza aumenta in modo proporzionale all’aumento dell’intensità luminosa.
Esperimento n. 10: Segnalatore notturno. Questo circuito durante il giorno carica una coppia di batterie ricaricabili AA, mentre di notte alimenta un microcontrollore programmato per far lampeggiare un LED.

I primi cinque esperimenti si basano esclusivamente sul pannello solare e sulla componentistica necessaria per il funzionamento del circuito.
Il secondo gruppo di cinque esperimenti invece richiede la presenza di un microcontrollore, che viene fornito già programmato, quindi in ogni caso sono tutti facilmente replicabili. Il KIT contiene tutto l’occorrente per eseguire i dieci esperimenti, nel BOX abbiamo riportato la componentistica in dotazione.

Alcuni esperimenti con il sole

Vedremo ora alcuni circuiti molto diversi tra loro, ma aventi tutti in comune l’alimentazione basata su un pannello solare (nel nostro caso il modello contenuto nel KIT); vedremo infine una variante per applicazioni in campo reale, che richiede una fonte di alimentazione più potente.
Per ognuno di essi mostreremo lo schema elettrico, l’elenco dei componenti necessari e il montaggio su una breadboard, in modo da poterli realizzare rapidamente e con grande facilità.

1 – Segnalatore notturno

Elenco Componenti:

R1: resistore 100 ohm
R2: resistore 2,2 kohm
D1: diodo Schottky 1N5819
MOD: modulo DC-DC 3,3 V (cod.3PIN3V3) 
PS: pannello solare 
(cod. SOLPAN6V1W1)
LD1: LED rosso 3 mm alta luminosità
T1: Transistor PNP BC557
U1: microcontrollore ATTINY85P-PU programmato
BAT1-2: batterie AA ricaricabili
Portabatterie per 2 AA 
(cod. 2846-PORTA2AAFILI)

 

Questo primo circuito lo abbiamo estrapolato dal kit: in presenza di luce solare il pannello ricarica un pacco di due batterie AA, quando l’intensità luminosa diventa insufficiente o assente, le batterie alimentano il microcontrollore, che fa lampeggiare il LED.

Osservando lo schema si nota la presenza del modulo MOD (cod. 3PIN3V3 su www.futurashop.it), di tipo DC-DC, che stabilizza la tensione ricevuta in ingresso dal pannello solare, fissandola a 3,3 V.

In presenza di luce solare sufficiente, sull’emettitore di T1 si viene a trovare una tensione di circa 2,9 V (3,3 V in uscita dal modulo – 0,4 V di caduta sul diodo Schottky D1) che ricarica il pacco batterie, costituito da due ricaricabili di tipo AA.

La tensione generata dal pannello viene invece applicata direttamente alla base del transistor PNP T1 e, essendo maggiore di quella sull’emettitore, lo mantiene interdetto, quindi il microcontrollore IC1 non viene alimentato.

Nel momento in cui la luce solare diminuisce e la tensione erogata dal pannello diventa inferiore di almeno 0,7 V rispetto a quella del pacco batterie (quindi circa 1,8 V o minore), T1 va in conduzione e le batterie alimentano il microcontrollore, programmato per far lampeggiare il LED LD1.

Spendiamo due parole sulla presenza del modulo DC-DC utilizzato in questo circuito: un pannello solare trasforma la luce del sole catturata in energia elettrica a bassa tensione (tipicamente 6 o 12 V), il cui valore è direttamente proporzionale all’intensità luminosa della fonte energetica; ne consegue che in condizioni di bassa luminosità (per esempio col cielo nuvoloso o nella fase calante del giorno) la tensione erogata sarà sicuramente inferiore a quella nominale; viceversa, in condizioni di intensità luminosa molto forte (per esempio col sole a picco, ed in particolare nel periodo estivo), la tensione può essere anche maggiore di quella nominale, fino al 10-20%.

Quando si alimentano circuiti che non richiedono una tensione stabilizzata il problema non si pone, in quanto cambia semplicemente il comportamento del circuito stesso, per esempio una maggiore o minore intensità luminosa di un LED. Ma nei casi in cui sia richiesta una tensione ben precisa o comunque stabile all’interno di un range di valori, non è pensabile il fatto di potersi affidare al comportamento del pannello solare.

In questo caso, dovendo caricare un pacco di due batterie in serie, con una tensione nominale totale di circa 2,4 V, chiaramente bisognava ricorrere ad uno stabilizzatore e riduttore di tensione.

Il modulo DC-DC da noi usato è in grado di erogare una tensione stabile di 3,3 V con un range in ingresso variabile tra 4,5 e 7 V, quindi perfettamente compatibile con le prestazioni del nostro pannello solare.

Nello specifico tale tensione era ancora elevata per la carica delle batterie, abbiamo quindi aggiunto un diodo Schottky in serie all’uscita, che svolge la doppia funzione di provocare una caduta di circa 0,4 V, riducendo la tensione di carica a 2,9 V circa, e di impedire il ritorno di tensione dalle batterie al modulo stesso, quando il pannello non è operativo.

Tutto ciò perché sia chiaro che bisogna necessariamente ricorrere a moduli di questo tipo quando il circuito richiede affidabilità della tensione di alimentazione.

Per testare questo circuito sarà sufficiente replicare i collegamenti su breadboard, visibili in Fig. 3.

Fig.3 Montaggio del segnalatore notturno su breadboard.

 

2 – Lampeggiante con due transistor e due LED

Elenco Componenti:

R1-R4: resistore 470 ohm
R2-R3: resistore 1 Mohm
C1-C2: condensatore elettrolitico 2,2uF
LD1-LD2: LED rossi 3 mm
T1-T2: Transistor NPP BC547
PS: pannello solare tipo SOLPAN6V1W1

 

Vediamo ora un semplice circuito non previsto nel kit, che è la base fondamentale dell’oscillatore astabile, nello specifico è utilizzato per far lampeggiare alternativamente due LED.

Si tratta di due transistor NPN (nel nostro caso sono BC547, ma va bene qualsiasi altro modello, purché siano identici tra loro) pilotati ognuno dal proprio circuito RC; il rapporto tra questi due componenti passivi fornisce la costante di tempo, e quindi la frequenza di oscillazione, che si calcola con la formula:


in cui R è rappresentata da R2 o R3 in kohm e C da C1 o C2 in microfarad, quindi abbiamo

dal cui inverso si ricava il periodo:

Questi valori in realtà potrebbero risultare molto diversi, in quando dipendono dalla precisione dei componenti RC (in genere i condensatori elettrolitici hanno una elevata percentuale di tolleranza) e anche dalla tensione di alimentazione che riesce a fornire il pannello solare. Abbiamo appurato, durante la nostra sperimentazione, che il circuito funziona anche con la luce filtrante in una stanza, nel nostro caso i LED lampeggiavano con una tensione di soli 2 V, ma ad una frequenza di poco inferiore a 1 Hz, quindi al ritmo leggermente maggiore di un lampeggio al secondo.

Per variare la frequenza di lampeggio si può agire sui due condensatori: aumentando le loro capacità la frequenza diminuisce, e viceversa.

Vediamo come funziona questo semplice circuito: nel momento in cui si fornisce l’alimentazione, la pur lieve differenza dei valori RC dei due stadi fa sì che uno solo dei due transistor vada in saturazione, mentre l’altro sarà interdetto.

Supponiamo che inizialmente T1 sia in saturazione: il suo collettore si trova ad un potenziale di circa 0V, il LED LD1 si accende, il condensatore C1 si scarica completamente, e subito dopo inizia a caricarsi nuovamente tramite R2.

Nel momento in cui la tensione sul punto R2-C1, e quindi sulla base di TR2, raggiunge 0,6 V, TR2 va in saturazione, il suo collettore si trova ad un potenziale di circa 0V, il LED LD2 si accende, il condensatore C2 si scarica istantaneamente, manda in interdizione TR1 (e si spegne il LED LD1) e subito dopo inizia a caricarsi nuovamente tramite R3.

Intanto C1 mantiene la sua carica a livello 0,6V.

Nel momento in cui la tensione sul punto R3-C2, e quindi sulla base di TR1, raggiunge 0,6 V, TR1 va nuovamente in saturazione, il suo collettore si trova ad un potenziale di circa 0V, il LED LD1 si accende e il condensatore C1 si scarica istantaneamente, manda in interdizione TR2 (e si spegne il LED LD2) e subito dopo inizia a caricarsi nuovamente tramite R2, mentre C1 mantiene la sua carica a livello 0,6V.

Così ricomincia il ciclo, che dura fintanto che il pannello solare è in grado di alimentare il circuito.

Per testare questo semplice circuito si possono replicare i collegamenti visibili nella Fig. 4.

Fig. 4 Montaggio del lampeggiante con due LED su breadboard.

 

3 – PWM per motore DC con 555

Elenco Componenti:

R1: resistore 470 ohm
C1: condensatore poliestere 47 nF
C2: condensatore poliestere 10 nF
C3: condensatore poliestere 100 nF
C4: condensatore elettrolitico 470 uF
POT1: potenziometro lineare 50 kohm
D1-D2: diodo 1n4148
U1: Motore DC 6 V
PS: pannello solare tipo 
SOLPAN6V1W1

 

Aggiungendo qualche semplice componente al kit, è possibile realizzare questo circuito dove il nostro pannello solare alimenta un timer 555, in configurazione astabile con duty cycle variabile tra 1 e 99%. Il segnale prelevato sulla sua uscita viene applicato al polo positivo di un motorino DC, il cui polo negativo viene collegato direttamente a massa.

Nel momento in cui il pannello riesce ad erogare una tensione sufficiente a far muovere il motorino, ruotando la manopola del potenziometro P1 si modifica il duty cycle dell’onda quadra presente sull’uscita del 555, ottenendo una variazione della velocità di rotazione.

Infatti, con un duty cycle di basso valore il motorino girerà molto lentamente, mentre aumentando tale valore aumenterà anche la velocità di rotazione; all’estremo inferiore il motorino si fermerà, mentre a quello superiore ruoterà alla massima velocità prevista per la tensione erogata dal pannello in quel momento.

Ricordiamo infatti che il pannello ha una tensione nominale di 6 V, può arrivare anche a 7 V in condizioni di intensità luminosa molto forte, col sole perfettamente perpendicolare alla sua superficie, ma scende al di sotto della tensione nominale nel caso di riduzione dell’intensità luminosa (per esempio col cielo nuvoloso).

Affinché il circuito funzioni, il motorino deve avere caratteristiche compatibili con i suoi componenti, quindi deve assorbire non più di qualche decina di mA.

Infatti, anche se il pannello, al massimo regime, riesce ad erogare circa 180 mA, ed il timer 555, nel tipo standard, è garantito fino a circa 200 mA, bisogna considerare la corrente di spunto, cioè quella assorbita dal motorino nel momento in cui lo si alimenta, che potrebbe impedirne la partenza.

Per tale ragione abbiamo previsto il condensatore C4, che svolge la funzione di serbatoio di energia; nel caso non fosse sufficiente probabilmente basterà far ruotare manualmente il perno del motorino, con il potenziometro a metà corsa; una volta che esso parte, ruotando il potenziometro se ne potrà regolare la velocità.

Per il nostro esperimento abbiamo usato uno con tensione nominale di lavoro di 6 V ed assorbimento
di circa 20 mA.

Anche in questo caso abbiamo predisposto il piano di montaggio, facilmente replicabile, su una breadboard, come visibile in Fig. 5.

Fig.5 Montaggio del circuito per motore DC su breadboard.

 

Da notare che nella figura è stato inserito un trimmer al posto di un potenziometro, per ragioni grafiche, la funzionalità è la stessa, quindi i due componenti si possono usare indifferentemente.

4 – Tester per telecomandi

Elenco Componenti:

BUZ: Buzzer passivo o altoparlante miniatura
PS: pannello solare tipo SOLPAN6V1W1

Questo semplicissimo circuito, realizzabile con i componenti del kit, sfrutta la sensibilità dei pannelli solari alla luce infrarossa, nel nostro caso quella emessa dai comuni telecomandi domestici.

Un telecomando per TV o condizionatore funziona generando treni di impulsi digitali trasmessi mediante raggi infrarossi.

Il pannello solare reagisce agli infrarossi erogando una tensione che ha lo stesso andamento del treno di impulsi; questa tensione impulsiva, applicata al buzzer passivo BZ, o ad un qualsiasi altoparlante in miniatura, provoca un suono intermittente.

Quindi abbiamo la possibilità di testare un qualsiasi telecomando, semplicemente puntandolo verso il pannello solare e premendo i vari pulsanti.

Il montaggio di questo circuito su breadboard è di una semplicità estrema, come è possibile vedere nella Fig. 6.

Fig. 6 Montaggio del tester per telecomandi su breadboard.

 

5 – PWM per motore DC con 555 (variante per motori più potenti)

Elenco Componenti:

R1: resistore 470 ohm
R1: resistore 220 ohm
C1: condensatore poliestere 47 nF
C2: condensatore poliestere 10 nF
C3: condensatore poliestere 100 nF
C4: condensatore elettrolitico 470 uF
POT1: potenziometro lineare 50 kohm
D1-D2: diodo 1n4148
T1: Transistor NPN di potenza TIP3055
U1: Timer NE555
M1: Motore DC 6-12 V
PS: pannello solare ad elevata potenza

 

Nel circuito n. 3 abbiamo specificato che ci sono dei limiti di impiego dovuti alla corrente massima erogabile dal pannello e dal timer 555, ma anche da quella assorbita dal motore da pilotare.

Poiché questo tipo di schema potrebbe tornare utile per applicazioni reali, con motori che assorbono correnti più elevate, pensiamo per esempio ai servomotori, vediamo ora una variante che prevede l’aggiunta di un resistore ed un transistor con caratteristiche idonee al carico da gestire.

Naturalmente in questi casi servirà anche una fonte di alimentazione adeguata, che dovrà essere un pannello solare di dimensioni più grandi e in grado di erogare una corrente sufficiente per alimentare il carico previsto.

Si trovano in commercio, a prezzi abbastanza contenuti, pannelli anche di 100 W, parliamo quindi di un rapporto di circa 99:1 rispetto a quello che abbiamo inserito nel KIT!

Nello specifico abbiamo previsto un transistor di potenza NPN TIP3055, in grado di sopportare una tensione massima fino a 100 V ed una corrente di oltre 10 A.

Il resistore R2 serve per limitare la corrente di base, ed il motore si applica tra la tensione di pilotaggio ed il collettore del transistor.

Quando l’uscita del 555 è a livello logico LOW (0 V) il transistor è interdetto, nel momento in cui avviene il cambio di stato e l’uscita passa a livello logico HIGH (circa V+), il transistor va in saturazione ed il motore viene alimentato.

Con questa semplice modifica la corrente richiesta non deve più essere erogata dal 555 ma proviene direttamente dal pannello solare.

Il montaggio di quest’ultimo circuito su breadboard è illustrato nella Fig. 7.

Fig.7 Montaggio della variante del circuito per motore DC su breadboard.

Il microcontrollore preprogrammato

Abbiamo già accennato alla presenza di un piccolo microcontrollore pre-programmato e fornito in dotazione al KIT, per l’esecuzione degli esperimenti dal 6 al 10, che riportiamo qui per comodità:
Esperimento n. 6: LED lampeggiante;
Esperimento n. 7: Allarme luce accesa;
Esperimento n. 8: Suono variabile;
Esperimento n. 9: Rilevatore sonoro di luce solare;
Esperimento n. 10: Segnalatore notturno.

Vediamo ora come funziona il firmware, per comprendere come siamo riusciti a far eseguire al micro compiti diversi in base all’esperimento scelto. Abbiamo definito due ingressi analogici e tre uscite digitali:

#define IN7 A1 // pin fisico 7
#define IN3 A2 // pin 3
#define OUT6 1 // pin 6
#define OUT5 0 // pin 5
#define OUT2 3 // pin 2

 

L’ingresso analogico IN3 (pin fisico 3 del micro) viene usato in questo modo:

  • se rileva un valore di tensione pari a circa il 45% rispetto a quella di alimentazione identifica l’esperimento n. 7;
  • se rileva un valore di tensione pari a quella di alimentazione identifica l’esperimento n. 8;
  • se rileva un valore di tensione di circa 0 V identifica l’esperimento n. 9.

L’ingresso analogico IN7 serve per gli esperimenti n. 8 e n. 9: legge la tensione in uscita dal pannello solare portandola circa al 45% del suo valore, in modo da non superare il limite di 3,3 V della tensione di alimentazione del micro.

L’uscita OUT6 è sempre operativa, se l’esperimento prevede il collegamento di un LED lo fa lampeggiare (n. 6 e n. 10).

L’uscita OUT5 serve per pilotare il buzzer, inviandogli delle frequenze audio, in base all’esperimento in esecuzione: nel caso del n. 8 la variazione della tensione sul pin IN7 genera frequenze variabili; nel caso del n. 9 la lettura del pin IN7 viene distribuita per intervalli di tensione, ad ogni intervallo corrisponde una frequenza fissa di: 750 Hz, 1000 Hz, 1200 Hz, 1500 Hz o 2000 Hz.

Quindi, mentre nell’esperimento n. 8 il suono varia continuamente al variare della luce solare, nel caso del n. 9 il suono assume una frequenza ben precisa, correlata all’intensità della luce del sole.

Lo spezzone di firmware dell’esperimento n. 9 ci permette di chiarire bene il comportamento del micro.

// Progetto 9-Rilevatore intensità luminosa

if (digitalRead(IN3) == LOW)
//il pin IN3 deve essere collegato a GND

{
  frq = analogRead(IN7);

  if (frq & gt; = 500 & amp; & amp; frq & lt; 670) //3,3÷4,3V

  {
    tone(OUT5, 750);
  } else if (frq & gt; = 670 & amp; & amp; frq & lt; 820) //4,4÷5,2V
  {
    tone(OUT5, 1000);
  } else if (frq & gt; = 820 & amp; & amp; frq & lt; 920) //5,3÷5,9V
  {
    tone(OUT5, 1200);
  } else if (frq & gt; = 920 & amp; & amp; frq & lt; 1020) //6÷6,5V
  {
    tone(OUT5, 1500);
  } else if (frq & gt; = 1020) //oltre 6,5V
  {
    tone(OUT5, 2000);
  } else {
    noTone(OUT5);
  }

 

Come si può notare abbiamo i seguenti comportamenti in base alla tensione generata dal pannello:

  • 3,3÷4,3 V la frequenza del segnale sonoro è di 750 Hz;
  • 4,4÷5,2 V la frequenza del segnale sonoro è di 1000 Hz;
  • 5,3÷5,9 V la frequenza del segnale sonoro è di 1200 Hz;
  • 6,0÷6,5 V la frequenza del segnale sonoro è di 1500 Hz;
  • > 6,5 V la frequenza del segnale sonoro è di 2000 Hz;

Tensioni al di sotto di 3,3 V vengono ignorate e non si sente alcun suono.

L’uscita OUT2 serve anch’essa per pilotare il buzzer per l’esperimento n. 7, inviando alternativamente due diverse frequenze audio: 600 Hz e 1200 Hz; in pratica si ha una sorta di effetto sirena bitonale, tipica degli allarmi.

Le due frequenze vengono generate in presenza di una luce artificiale domestica, per esempio quella di una lampadina, mentre la luce solare viene ignorata.

L’idea dell’esperimento è infatti quella di usare il circuito in un ambiente chiuso e illuminato da una comune lampadina.

CONCLUSIONE

Questa breve carrellata di circuiti ci fa capire che l’utilizzo dei pannelli solari è tanto semplice quanto immediato.

Prendendo spunto da quanto visto in questo articolo, ma soprattutto dagli esperimenti contenuti nel nostro KIT, chiunque potrà realizzare la propria applicazione nel giardino o sul balcone di casa, sfruttando l’energia gratuita che ci mette a disposizione la Natura.

E con questo non ci resta che augurarvi buon divertimento!

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