Full Electric, Hybrid, Mild Hybrid: scopri le differenze e scegli l’auto giusta

Scopriamo le tecnologie in uso nella propulsione elettrica e impariamo a distinguere tra le varie tipologie di auto in commercio e del futuro.

Full Electric, Hybrid, Full Hybrid, Mild Hibrid e chi piรน ne ha piรน ne metta: sembra proprio che il vasto assortimento di nomi, piรน o meno rispondenti alle soluzioni tecnologiche, sia finalizzato quasi piรน a confondere le idee e far scegliere unโ€™auto invece di unโ€™altra, piuttosto che a spiegare cosa sia esattamente una vettura, in modo che un acquirente possa fare una scelta consapevole.

In questo articolo proveremo a spiegare in maniera semplice quali sono le tecnologie oggi in campo (o meglio, in concessionariaโ€ฆ) impiegate nella trazione delle auto elettriche e ibride, specialmente per chiarire le idee a chi vorrebbe comperare unโ€™auto โ€œalternativaโ€ e โ€œgreenโ€ ma non ha particolari competenze nel settore automobilistico.

Dopo aver letto queste pagine, capirete che esistono auto piรน o meno ibride, piรน o meno ecologiche, piรน o meno rispondenti alle aspettative di chi si alleggerirร  il portafogli per acquistarle.

Elettriche a confronto

Nel mondo dellโ€™auto elettrica coesistono varie tecnologie, distinte per famiglie e per tipo e modalitร  di trazione: lโ€™automobile che ha solo la propulsione elettrica รจ detta Full Electric, mentre quella in cui si trovano, cooperanti o in maniera esclusiva, una propulsione elettrica ed una a motore endoermico, รจ detta Ibrida.

Ma attenzione, perchรฉ da qualche anno si utilizza questโ€™ultimo termine in maniera impropria, improvvida e soprattutto finalizzata ad attirare il cliente con la prospettiva che avrร  un beneficio fiscale nellโ€™acquisto; infatti ibrido in sรฉ vuol dire poco, perchรฉ nella categoria si trova un ampio spettro di soluzioni tecniche.

Cโ€™รจ lโ€™auto dove il motore elettrico puรฒ provvedere da solo alla trazione, spegnendo il motore endotermico: questa รจ la vera auto ibrida, per distinguere la quale da altre soluzioni, si utilizza tecnicamente (o forse piรน commercialmente…) lโ€™espressione Full Hybrid.

E poi cโ€™รจ lโ€™auto dove il motore elettrico รจ di piccola potenza e spesso si tratta di un alternatore reversibile BSG (Belt-driven Starter Generator, ossia alternatore/starter azionato a cinghia) che da solo non puรฒ muovere lโ€™automobile, ma che puรฒ cooperare con il motore endotermico, il quale deve quindi essere in funzione durante la marcia; in questo caso non cโ€™รจ una vera trazione elettrica ma un booster elettrico, nel senso che il generatore reversibile aiuta la trazione fornendo un massimo di 4,8 kW (tale soluzione viene offerta anche su motori da 120 kW, quindi lโ€™apporto รจ scarso).

Ecco svelato il segreto del Mild Hybrid, che in definitiva non assicura una trazione ibrida ma pare essere piรน una soluzione per convincere il cliente che sta comperando unโ€™auto ibrida e che quindi gli darร  benefici fiscali.

In veritร  esiste anche la soluzione Toyota HSD, composta da due motori elettrici che possono essere combinati: uno fornisce la trazione esclusiva in alternativa al motore endotermico ma puรฒ fare da booster, insieme al secondo, che implementa anche le funzioni di starter e start & stop.

A prescindere dallโ€™esclusivitร  o meno della trazione elettrica, tutte le ibride e le full-electric sfruttano una batteria e la differenza tra le varie tecnologie รจ nel come questa viene ricaricata. In tutte le architetture si fa uso della frenata rigenerativa, vale a dire che si sfrutta la reversibilitร  del motore elettrico per produrre elettricitร , da immagazzinare nellโ€™accumulatore.

In aggiunta a questa, รจ possibile disporre di una soluzione di ricarica da rete elettrica, che semplificando avviene tramite una โ€œpresa di correnteโ€ monofase o trifase, ovvero in continua: le auto full-electric o ibride ricaricabili attraverso la rete elettrica vengono chiamate โ€œplug-inโ€; esistono quindi le plug-in hybrid, quando si tratta di ibride con la presa, mentre le full-electric sono evidentemente plug-in perchรฉ altrimenti non sarebbe possibile ricaricarle o quantomeno dare la carica iniziale.

Fig. 1 BSG per auto Mild-Hybrid (Audi) secondo lo schema P0.

 

Frenata rigenerativa

Anche nota come KERS, ossia Kinetic Energy Recovery System, รจ una tecnologia che permette di recuperare, in rallentamento e in frenata, parte dellโ€™energia cinetica posseduta dallโ€™automobile, la quale รจ direttamente proporzionale alla massa e al quadrato della velocitร  istantanea; rimanendo costante la massa del veicolo e diminuendo, la velocitร , man mano che gli attriti e la reazione dโ€™indotto del motore elettrico esercitano la loro azione frenante, tale energia cinetica diminuisce progressivamente fino ad annullarsi a ruote ferme.

Lโ€™energia cinetica, con un certo rendimento che dipende dalla bontร  delle soluzioni adottate, soprattutto dallโ€™elettronica di controllo, si trasforma in elettricitร  immagazzinata nellโ€™accumulatore e pronta per essere riutilizzata.

Il KERS รจ integrato con il sistema di ricarica della batteria e per lโ€™esattezza, con il BMS (Battery Management System) che รจ lโ€™elettronica di gestione dellโ€™erogazione e dellโ€™accumulo di energia elettrica nella batteria di trazione, la quale รจ composta da combinazioni serie-parallelo di celle al litio, ciascuna avente una tensione nominale di 3,6รท3,7V.

Elemento chiave del BMS รจ il bilanciatore di carica delle celle, indispensabile perchรฉ quando si pongono varie celle al litio in serie (nelle batterie delle ibride possono esserci serie di 150 celle!) รจ necessario compensare la corrente assorbita da ciascuna in fase di carica in funzione della tensione assunta da ciascuna e letta da un A/D converter veloce, che insieme a quelli delle altre celle invia i dati alla CPU affinchรฉ provveda alle correzioni del caso.

La compensazione si rende necessaria per via della tensione nominale degli elementi al litio e della fluttuazione della corrente in essi per piccole variazioni della tensione ai capi (ricordiamo che le celle al litio hanno una carica che prevede fasi a corrente costante e a tensione costante) e che celle con tensione maggiore di altre inevitabilmente assorbirebbero meno corrente; in una connessione serie questo implicherebbe che la celle meno cariche non riuscirebbero a caricarsi correttamente, essendo la corrente di una serie unica.

Il bilanciatore di carica invece permette di assumere la tensione di ogni singola cella e intervenire shuntando la cella stessa in maniera piรน o meno rilevante in base alla differenza di potenziale misurata, secondo questa logica: se la tensione รจ abbastanza alta rispetto alle altre deriva una parte della corrente destinata a quella cella, mediante un transistor che viene portato in conduzione, ovvero limita la corrente sottratta dal transistor se la tensione della cella รจ bassa, perchรฉ questa deve caricarsi piรน rapidamente.

Il BMS puรฒ essere alimentato esclusivamente dal circuito del KERS, quindi da un convertitore DC/DC o AC/DC collegato al motore di trazione quando lโ€™acceleratore รจ rilasciato, ma anche, nelle vetture plug-in, dal caricabatteria (anche noto come EVSE, acronimo per Electric Veichle Supply Equipment).

Questโ€™ultimo puรฒ essere di vario tipo a seconda della sorgente di alimentazione, ovvero alimentato a corrente continua (ricarica DC) o in alternata, monofase o trifase; il tipo di tensione dipende dalle scelte fatte dal produttore dellโ€™automobile e da quanto vuole risparmiare, perchรฉ ad esempio accettare solo la ricarica in continua significa non dover implementare a bordo dellโ€™auto lo stadio alimentatore c.a./c.c. con cui alimentare poi il caricabatteria interno che interagisce con il BMS.

Sulle opzioni di ricarica andrebbero fatte molte considerazioni, sebbene in questa sede ci interessa solo evidenziare come la soluzione DC sia quella che consente la ricarica piรน rapida e meno critica, in quanto lascia allโ€™EVSE o colonnina di ricarica pubblica la parte di conversione dallโ€™alternata alla continua ed evita il riscaldamento a bordo; tra le opzioni in alternata, chiaramente quella trifase permette maggior potenza erogabile e quindi ricariche piรน veloci, compatibilmente con le caratteristiche elettriche del sistema caricabatteria di bordo.

Con i sistemi in DC si arriva tranquillamente a 150 kW, che corrispondono a ricaricare una batteria da 80 kWh in poco piรน di mezzโ€™ora. A livello di colonnine stradali, esistono anche stazioni da 300 kW, orientate prevalentemente ai mezzi pesanti.

Ad ogni tipo di tensione corrisponde uno standard del connettore di ricarica e a riguardo va precisato che le due prese piรน usate sono la ChaDeMo e la CCS Combo2 (Fig. 2).

 

 

Fig.2 Connettori Combo2 (a sinistra) e ChaDeMo (destra).

 

Tornando alla carica che viene eseguita in autonomia a bordo del veicolo, lโ€™energia elettrica ricavata durante la frenata rigenerativa รจ tanto maggiore quanto piรน il veicolo rallenta, quindi nei percorsi misti e urbani: qui si va a recuperare energia altrimenti dispersa in attrito e nei freni; lโ€™energia viene recuperata anche in discesa, dove unโ€™auto a motore endotermico avrebbe un consumo ridottissimo dovuto al โ€œminimoโ€ oppure, in presenza di cut-off del combustibile (motori a benzina e diesel common-rail), pari a zero.

Nellโ€™elettrica, invece, in rallentamento e in discesa, il freno motore comporta un recupero di quellโ€™energia altrimenti dissipata in altra maniera. Ecco il perchรฉ una vettura elettrica, sia essa ibrida o full-electric, consente un risparmio reale sui consumi: quella full-electric, quindi, in realtร  percorre piรน chilometri di quanti ne consentirebbe la carica della batteria eseguita dalla rete elettrica o colonnina di distribuzione, mentre la ibrida fornisce autonomia aggiuntiva.

Per fare un esempio, una vettura con motore da 80 kW che viaggi a metร  potenza per 2 ore richiederebbe 80 kWh di ricarica, ma sfruttando la frenata rigenerativa potrebbe viaggiare anche per tre ore alla stessa potenza, proprio recuperando i percorsi a motore inattivo.

Chiaramente se lโ€™auto viaggia a velocitร  costante senza mai fermarsi, se non a batteria scarica, la frenata rigenerativa non dร  alcun vantaggio pratico, ed ecco perchรฉ full-electric e ibride danno il meglio nei percorsi misti e cittadini, dove invece le fermate e i rilasci coprono una parte piรน o meno cospicua del tragitto.

Il limite del risparmio รจ dettato dalla capacitร  della batteria, nel senso che quando รจ carica non puรฒ essere caricata ulteriormente, pertanto se si prende il caso di una full-electric che poco dopo essere partita a piena carica percorre un lungo tratto in discesa, difficilmente sarร  possibile accumulare sotto forma di elettricitร  lโ€™energia cinetica neutralizzata dal KERS; diciamo che parte di quellโ€™energia potrร  essere sfruttata convenientemente dagli utilizzatori di bordo, come ad esempio la pompa di calore per la climatizzazione e la stabilizzazione della temperatura del pacco batteria.

In questo contesto rientra anche la temperatura esterna, perchรฉ quando fa molto freddo lโ€™efficienza della ricarica รจ nettamente minore, in quanto le batterie al litio, che sono alla base della moderna trazione elettrica automobilistica, si caricano e scaricano ottimamente quando gli elettrodi sono intorno ai 45รท50 ยฐC; non รจ un caso che lโ€™impianto di raffreddamento a liquido del motore (o dei motori) sia derivato verso la batteria, allo scopo di mantenerne la temperatura nel campo ottimale.

Questo problema รจ piรน sentito dalle ibride, in special modo full-hybrid, perchรฉ se fa molto freddo non possono funzionare a trazione elettrica, almeno nei primi minuti: serve che il motore endotermico si scaldi e che il liquido del circuito di raffreddamento scaldi un poโ€™ la batteria, cosรฌ da poterla ricaricare efficacemente e utilizzare in modo ottimale.

Schemi di ibridazione

Mentre nelle auto puramente elettriche cโ€™รจ solo un motore o un gruppo di motori elettrici, in quelle ibride esistono combinazioni con il motore endotermico, che rientrano nel concetto di schemi di ibridazione; nello specifico, esistono cinque diverse posizioni di installazione possibili per il motore elettrico e varie soluzioni di accoppiamento. Le descriviamo qui di seguito e schematizziamo nella Fig. 3:

 

 

Fig. 3 Schemi di ibridazione.

โ€ข P0, dove il motore elettrico รจ accoppiato a cinghia al motore endotermico, quindi la sua forza viene trasmessa allโ€™albero del motore endotermico attraverso la cinghia dei servizi e la medesima puleggia che lo aziona quando fa da generatore. Il motore, che in questo caso รจ un BSG (รจ un alternatore reversibile) รจ allineato con la trasmissione. Lo schema P0 viene adottato nelle ibride entry level con ibridazione a 48 volt e il generatore reversibile funziona a tale tensione, funzionando anche in modalitร  start & stop. Da motore, si aggiunge a quello endotermico quando serve maggiore potenza (boost) e se la batteria di trazione (distinta da quella di avviamento) รจ sufficientemente carica. Il recupero di energia รจ scarso perchรฉ in rallentamento, parte dellโ€™energia cinetica in arrivo dalla trasmissione viene neutralizzata dallโ€™azione frenante del motore.

โ€ข P1, dove cโ€™รจ ancora un motore elettrico reversibile che funziona da booster (e da starter), perรฒ si adotta una disposizione che riduce lโ€™ingombro di installazione e agisce mediante catena o ingranaggi, sullโ€™albero motore. รˆ una soluzione semplice ed economica, ma come nel caso precedente il motore a combustione interna e la trasmissione non possono essere disaccoppiati, quindi ne deriva che il recupero di energia cinetica รจ poco efficiente (vale quanto spiegato per lo schema P0) e non รจ permesso il funzionamento a trazione puramente elettrica. Un esempio รจ in Fig. 4.

 

Fig. 4 Motore elettrico applicato allโ€™uscita del cambio (Schaeffler) con schema P1.

 

โ€ข P2, in questo schema il motore elettrico รจ posizionato tra il motore a combustione (puรฒ essere disaccoppiato) e la trasmissione; lโ€™accoppiamento avviene ad opera di una frizione o sistema elettromagnetico. La soluzione รจ economica, compatta e facilmente integrabile, anche e soprattutto adottando cambi di velocitร  robotizzati. Questo schema (Fig. 5) permette la modalitร  โ€œboostโ€ e โ€œcoastingโ€ (trazione in parcheggio) nonchรฉ la trazione elettrica pura. Il recupero di energia รจ ottimizzato dal fatto che il motore elettrico puรฒ essere collegato in esclusiva al resto della trasmissione e pertanto il motore endotermico non frena, giacchรฉ puรฒ essere sconnesso. Consumo ed emissioni sono significativamente ridotti.

Fig. 5 Gruppo di ibridazione a valle della frizione (P2).

 

โ€ข P3, in questo schema il motore elettrico puรฒ funzionare come trazione esclusiva ed essere accoppiato esclusivamente alla trasmissione per ottenere il massimo recupero di energia. Puรฒ essere accoppiato e disaccoppiato dal motore endotermico con una frizione elettrica e spesso supporta due velocitร . Il motore elettrico fa presa sullโ€™uscita del cambio o della trasmissione principale (albero di trasmissione). Il risparmio sui consumi con le soluzioni P2 e P3 si colloca intorno al 20รท22%.

โ€ข P4, questo schema di ibridazione prevede un assale separato a trazione elettrica non collegato alla motore a combustione interna. Consente la trazione integrale temporanea (booster) combinando la trazione elettrica con quella a motore tradizionale; in questo caso la sovrapposizione dei due motori รจ gestita dallโ€™elettronica rilevando i giri delle ruote e lo sforzo di trazione. รˆ anche possibile spegnere il motore endotermico, sconnetterlo con la frizione ad azionamento elettrico, quindi usare per la trazione lโ€™asse elettrificato. Il risparmio sui consumi in questo caso arriva al 22%.

Da questa descrizione appare evidente come le vere auto ibride siano quelle in grado di provvedere alla trazione elettrica alternativa a quella a motore endotermico e pertanto quelle rispondenti agli schemi P2, P3 e P4, che sono da considerare dei full-hybrid; invece P0 e P1 sono considerati Mild Hybrid.

Nel primo caso il risparmio sui consumi รจ decisamente importante e sale tanto piรน quanto maggiore รจ la capacitร  della batteria, nonchรฉ quanto piรน sono presenti momenti di rilascio o frenata (quindi nel percorso urbano o misto); nel secondo รจ marginale, mediamente nellโ€™ordine del 10%.

Resta valido il ragionamento esposto pochi paragrafi indietro, sulla temperatura dellโ€™ambiente esterno e della batteria.

Gli schemi di ibridazione P2 e P3 supportano spesso lโ€™alimentazione del motore elettrico a bassa tensione, di 48Vcc; il P4 รจ normalmente ad alta tensione (400รท600V in base alla potenza) mentre P0 e P1 hanno motori/generatori a bassa tensione, talvolta a 12V ma quasi sempre a 48V. Il gruppo motopropulsore adottato nello schema P4 รจ identico a quello di un assale di trazione per auto puramente elettrica, perchรฉ infatti ha la stessa tecnologia; anzi, se si rimuovesse il motore a combustione interna da unโ€™auto ibrida con schema P4, si otterrebbe una Full Electric a trazione anteriore o posteriore.

La Fig. 6 propone un esempio di gruppo per ibridazione P4 su ruote posteriori, ovvero di trazione Full Electric, adatto sia alla trazione posteriore che a quella anteriore, dotato di differenziale e semiassi con giunti omocinetici, mosso da un motore trifase/BLDC.

Fig. 6 Gruppo di trazione elettrica con differenziale e giunti.

 

Soluzioni di trazione

La trazione delle auto elettriche si basa evidentemente su motori elettrici, che possono essere di vario genere: alternatori reversibili (BSG) nelle Mild Hybrid, tipicamente funzionanti a 48Vcc, motori coassiali posti sullโ€™albero motore (funzionano anche come generatore e starter, ma a volte il generatore per lโ€™impianto elettrico di servizio รจ tradizionale) sempre a 48Vcc, motori ingranati lateralmente alla trasmissione sullโ€™uscita del cambio o su un albero di esso, quando si abbinano a cambi a doppia frizione come il noto DSG (Double Shift Gearbox) del gruppo VAG e la sua controparte ESG (Electrical Shift Gearbox) della LuK; ma esistono anche altre soluzioni.

I motori possono essere in continua o in alternata, di tipo sincrono: nel primo caso si prediligono i brushless trifase, mentre nel secondo si adottano spesso motori a magneti permanenti sul rotore. Il controllo รจ rigorosamente elettronico, operato sul motore da un driver di potenza pilotato, anzi interfacciato, alla centralina di gestione della trazione, la quale:

โ€ข nellโ€™auto ibrida coopera con la ECU del motore endotermico, ad un livello gerarchico superiore perchรฉ la centralina principale dellโ€™auto deve governare anche il funzionamento del motore a combustione interna e, nelle Full Hybrid, poter anche spegnere questโ€™ultimo; la trazione viene controllata in accordo con i sistemi di sicurezza attiva (ABS/ESP, servosterzo a gestione elettronica) e ADAS facendo allโ€™occorrenza cooperare i motori per implementare la trazione ibrida durante la marcia;
โ€ข nella Full Electric si occupa della gestione della trazione, sempre in accordo con i sistemi di sicurezza attiva (ABS/ESP, servosterzo a gestione elettronica) e ADAS, controllando il motore o i motori, eventualmente disposti sui due assi (trazione AWD o 4WD).

Per il recupero dellโ€™energia cinetica sotto forma di corrente elettrica, nei momenti in cui lโ€™acceleratore รจ rilasciato i cavi del motore elettrico vengono โ€œsconnessiโ€ dai dispositivi di potenza (MOSFET SiC o TRIAC) e โ€œgiratiโ€ su un circuito raddrizzatore e regolatore di carica, che va a fornire lโ€™elettricitร  al BMS di bordo per cedere lโ€™energia alla batteria.

La fase di riutilizzo dellโ€™energia รจ particolarmente complessa perchรฉ implica una fonte di energia incostante, dato che lโ€™energia cinetica dipende, a paritร  di massa del veicolo, dal quadrato della velocitร  e che quindi in rallentamento decresce; il controller deve quindi essere in grado di sfruttare tale energia inviando picchi di corrente elevati in breve tempo, mantenendo perรฒ la tensione a valori accettabili. La carica ha quindi una fase dinamica da gestire istante per istante: una condizione ben diversa dalla normale ricarica effettuata tramite la rete elettrica.

Per il comando dei motori brushless viene utilizzato il classico controller trifase (a MOSFET o IGBT) che genera impulsi periodici a terne (ogni impulso รจ distanziato nel tempo di 1/3 di periodo dal successivo) la cui frequenza e larghezza sono modulati in base alle condizioni di marcia: la frequenza determina la velocitร  di rotazione del motore e quindi la velocitร  di marcia dellโ€™automobile, mentre la larghezza (gestita con la tecnica PWM) condiziona la potenza sviluppata dal motore, ovvero piรน aumenta, piรน forza il motore trasmette alle ruote e viceversa.

La frequenza viene impostata in base al comando dellโ€™acceleratore o del cruise-control (sistema ad anello chiuso che mantiene la velocitร  di marcia al valore impostato dal conducente) e il PWM รจ gestito da un controllo ad anello chiuso che verifica se a una data richiesta tramite lโ€™acceleratore corrisponde effettivamente la velocitร  desiderata: se questa รจ inferiore viene aumentata la larghezza degli impulsi e quindi la potenza alla ruota e viceversa.

Il controller puรฒ sia essere distinto, sia essere applicato alla carcassa del motore; il motore ha, nel primo caso, tre cavi (come nel caso della Fig. 7) mentre nel secondo ne riceve 2 e internamente รจ poi connesso ad esempio tramite contatti a lamina, alle uscite del controller (Fig. 8).

Fig. 7 Motore con ingresso trifase alimentato da Inverter.

 

 

Fig. 8 Anima di motore con lamelle di connessione al gruppo inverter integrato.

 

Per il controllo dei motori in corrente alternata, il sistema รจ analogo ma si ricorre a TRIAC (uno per fase) o a ponti variamente costituiti da MOSFET SiC, operando in parzializzazione dโ€™onda, di preferenza mediante la tecnica trailing-edge, vale a dire parzializzando sul fronte di discesa dellโ€™impulso di semionda della sinusoide.

Questo tipo di propulsione fa uso di un inverter che ricava lโ€™alternata dalla componente continua resa disponibile dalla batteria (un esempio รจ in Fig. 9, dove vediamo anche lโ€™elettronica di un caratteristico inverter SiC) e nello stesso gruppo genera le fasi per il controllo a parzializzazione; รจ in pratica lโ€™unione di un inverter e di un variatore di potenza, come una sorta di chopper.

Fig. 9 Inverter per controllo di motori trifase da 180 kW.

 

Lโ€™acceleratore controlla la parzializzazione dโ€™onda, intervenendo come segnale di ingresso di un sistema retroazionato dove il segnale di errore deriva dalla velocitร  reale, che viene confrontata con quella attesa.

I generatori elettrici reversibili usati negli schemi di ibridazione P0 (BSG) e P1 hanno normalmente due poli e sono gestiti da un proprio controller che funziona sia da raddrizzatore come nei tradizionali alternatori, sia da driver trifase per gli avvolgimenti statorici; nel funzionamento da generatore, la corrente di eccitazione percorre gli avvolgimenti statorici e variandone lโ€™intensitร  si determina la corrente e la tensione erogata, mentre in quello da motore modula la potenza erogata al motore endotermico.

Due esempi di booster sono proposti nella Fig. 10.

Fig. 10 Due generatori reversibili: a sinistra un BSG (schema P0) e a destra il tipo da ingranare lato motore (P1).

 

Per quanto riguarda la trazione Full Hybrid trifase, si adottano motori PMSM (Permanent Magnet Synchronous Motor) ossia motori sincroni ma con il rotore a magneti permanenti invece che avvolto con gli avvolgimenti rotorici alimentati in continua.

Questi motori vengono realizzati in due versioni: โ€œsurface-mountedโ€ dove i magneti sono montati sulla superficie esterna del rotore e โ€œinterior-mountedโ€, dove i magneti risultano montati nellโ€™interno della struttura stessa del rotore.

Il vantaggio del tipo surface-mounted รจ nellโ€™elevatissima coppia specifica, ma siccome la permeabilitร  magnetica dei magneti permanenti รจ simile a quella dellโ€™aria, tale struttura del rotore comporta un maggior traferro effettivo.

Per quanto riguarda il tipo interior-mounted, offre una protezione fisica ai magneti (tenuta alla forza centrifuga). Lโ€™uso dei rotori surface-mounted, che hanno unโ€™alta riluttanza magnetica, mantiene il flusso del rotore relativamente costante, tuttavia per estendere il campo di velocitร , รจ possibile ottenere lโ€™equivalente del deflussaggio dei motori DC a eccitazione separata, attraverso la generazione sullo statore di un opportuno controcampo magnetico di compensazione.

Seppure siano analoghi ai motori brushless in continua a magneti permanenti (BDCM), i PMSM si distinguono per la diversa forma dโ€™onda delle correnti statoriche, la quale รจ sinusoidale invece che ad impulsi rettangolari.

Ne deriva che mentre il brushless in continua รจ caratterizzato da una maggiore pulsazione della coppia causata dalla brusca variazione della corrente durante la commutazione da parte dei dispositivo di potenza, il PMSM ha una coppia piรน dolce dovuta allโ€™interazione di corrente sinusoidale e flusso sinusoidale, oltre ad avere perdite inferiori.

I motori con rotore a magneti permenenti hanno coppia molto elevata e sono attualmente quelli a piรน alta densitร  di potenza (possono superare i 10 kW/kg) oltre ad avere efficienze che possono superare il 90%; lโ€™unica fonte di perdite รจ tendenzialmente (se si trascurano le perdite nei magneti permanenti indotte dallo switching dellโ€™inverter, per le quali spesso i magneti vengono laminati come i lamierini in ferro) lo statore, che viene raffreddato solitamente a liquido per aumentare le prestazioni specifiche del motore. Come per i motori in continua a magneti permanenti e quelli in alternata asincroni, per i PMSM รจ stata sperimentata la configurazione a disco (usualmente a flusso assiale), che ne permette lโ€™uso direttamente nella trazione a motoruota (motore applicato al mozzo della ruota).

Impianto elettrico di servizio

Come lโ€™automobile tradizionale, anche quella elettrica ha equipaggiamenti elettrici estranei alla propulsione che devono funzionare a bassa tensione continua; si pone quindi il problema di come generare e immagazzinare lโ€™elettricitร  del caso. Il tipico impianto elettrico di unโ€™automobile funziona a 12V, ma per ragioni pratiche nelle ibride e ancor piรน nelle full-electric si tende a standardizzare lโ€™impianto di servizio a 48Vcc. Ma vi sono eccezioni.
Bisogna analizzare i vari casi, riassunti qui di seguito.

1. Mild Hybrid con motore booster a 12V: qui lโ€™alternatore fa da motore supplementare, eroga pochissima potenza e lโ€™unico vantaggio รจ di mantenere un unico impianto elettrico, con batteria al piombo che serve sia alla funzione booster, sia durante lโ€™avviamento del motore endotermico.
2. Mild Hybrid con motore di trazione a 48V: qui esistono una batteria al litio per la trazione (booster o esclusiva) ed una di servizio a 12V al piombo per lโ€™avviamento del motore endotermico; sebbene lโ€™alternatore reversibile possa anche fare da motorino dโ€™avviamento, non รจ conveniente che sia esso ad avviare il motore a combustione interna perchรฉ quando fa molto freddo, la batteria al litio non fornisce un grande spunto (รจ la ragione per cui le ibride in inverno partono quasi sempre con il motore endotermico).
3. Full Hybrid con motore di trazione ad alta tensione; qui esistono una batteria al litio per la trazione esclusiva ed una di servizio, che puรฒ essere a 12V al piombo per lโ€™avviamento del motore endotermico; sebbene lโ€™alternatore reversibile possa anche fare da motorino dโ€™avviamento, non รจ conveniente che sia esso ad avviare il motore a combustione interna perchรฉ quando fa molto freddo, la batteria al litio non fornisce un grande spunto.
4. Full Electric; qui si adotta un DC/DC converter step-down per alimentare lโ€™impianto elettrico di servizio, da fermo o in movimento.

Nel caso 2, quando si adotta lo schema P0 o quello P1, lโ€™automobile รจ dotata di un DC/DC converter step-down che ricava 12V per la carica della batteria al piombo dai 48V forniti dal motore elettrico; se si desidera che il motore/generatore provveda anche allโ€™avviamento del motore endotermico (in questo caso si risparmierebbe il motorino dโ€™avviamento) per rendere possibile ciรฒ partendo dalla batteria al piombo occorre anche uno step-up 12/48V, da mantenere acceso solo nella fase di avviamento. Lโ€™architettura del tipico impianto elettrico di unโ€™automobile ibrida plug-in, integrante quello di servizio e quello di trazione, รจ rappresentata esaustivamente nella Fig. 11, tratta da documentazione della STMicroelectronics, azienda che da tempo opera nellโ€™elettronica automotive e che spicca anche in quel โ€œpiatto riccoโ€ che lโ€™elettronica trova nellโ€™auto del futuro.

Fig. 11 Schema di unโ€™automobile ibrida plug-in (ST).

 

Nella suddetta figura si vedono ben distinti i blocchi DC/DC per lโ€™impianto elettrico di servizio a 12V, step-down per caricare la batteria e step-up per lโ€™avviamento del motore endotermico, nonchรฉ lโ€™inverter trifase per la trazione. Proponiamo anche, nella Fig. 12, lo schema a blocchi di un tipico inverter/controller per motore trifase di trazione, composto da tre mezzi ponti a MOSFET SiC disposti in simmetria quasi complementare, uno per ciascuna fase, nonchรฉ da una logica di controllo che genera gli impulsi di comando dei gate.

Fig. 12 Schema di massima di un inverter/ controller per motore trifase.

 

Lโ€™adozione negli stadi di potenza, dei MOSFET SiC (in carburo di silicio) invece di quelli in silicio tradizionali o IGBT, consente di ottenere vantaggi tra cui consumi ridotti, ingombri fino a 5 volte inferiori, maggiore efficienza e possibilitร  di controllare motori con potenze piรน elevate.

Bene, termina qui questa rassegna sullโ€™auto elettrica del presente; aspettando di conoscere e spiegarvi le soluzioni del futuro, speriamo di avervi dato unโ€™infarinatura sulle tecnologie che stanno dietro alle auto elettriche o elettrificate che giร  guidate o che guiderete quando deciderete di cambiare quella a motore endotermico che avete.

 

1 Commento

  1. Molto interessante e dettagliato. Avrei posto anche un pรฒ di attenzione alla capacitร  delle batterie di trazione ed accumulo nelle ibride. Ci sono notevoli differenze tra le diverse tecnologie di ibrida ed anche nell'ambito dello stesso modello. Una batteria di piccola capacitร  vanifica tutti i vantaggi . Comunque complimenti, Ing. Carlo Venosa

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